Arte o non arte?

Sono giorni di bufera mediatica causata dal post pubblicato dalla pagina ufficiale del Museo degli Uffizi come commento alla foto dell’influencer Chiara Ferragni scattata davanti al famoso dipinto della Nascita di Venere del Botticelli: “…i canoni estetici cambiano nel corso dei secoli”, cita il post. D’altronde penso, l’arte è sempre “arte contemporanea”, all’avanguardia rispetto il periodo storico in cui viene presentata e rimane poi come testimonianza dell’interpretazione di come in quell’epoca venivano interpretati concetti, colori, suoni e forme. Se musica, poesia, scultura, pittura, danza, fumetto, teatro, cinema e architettura sono arti per la loro capacità di fotografare un determinato momento storico e tramandarne l’immagine in modo universale potremmo dunque considerare anche i videogiochi tali? Già alcuni musei si stanno muovendo in questa direzione, tra i quali il MoMa di New York, il Vigamus di Roma e La Mecca di Gattorna, ma culturalmente è ancora difficile collegare il videogioco e le grafiche digitali ad una forma d’arte. Mi torna così alla mente un episodio personale.

L’estate scorsa, impegnata in alcuni laboratori estivi, ho conosciuto una ragazza con la passione del disegno. Mi sono incuriosita subito e le ho chiesto se aveva con sé qualche foto del suo lavoro: “certo!”. Cerca nello zaino, prende il cellulare e mi mostra l’immagine. Mi aspettavo di vedere la fotografia di un ritratto a matita o di un paesaggio ad acquerelli ed invece vedo sullo schermo un disegno digitale stile manga… sono sincera, rimango di primo acchito perplessa! Poi sorrido, le aspettative ci ingannano sempre. L’immagine è veramente ben costruita. Ogni piccolo dettagliato è pensato: le ciglia degli occhi, il rossore sulle guance.. mi spiega che le ci son voluti ben 2 pomeriggi per riuscire a delineare bene i capelli e per sistemare le ombre. Non mi resta che complimentarmi con lei! 

Questo episodio mi ricorda sempre che concetti e parole assumono significati diversi in momenti diversi e mutano con il tempo: quel pomeriggio ho scoperto che oggi, il concetto di saper disegnare non è collegato necessariamente ad uno strumento “analogico” come la matita ma che è entrato a pieno titolo nel mondo digitale. Ed a cambiare potrebbe essere l’arte.

 

 

D’altra parte come un regista con il film, oggi il game designer (https://www.panorama.it/news/economia/come-diventare-game-designer) tramite il videogioco racconta una storia, esprime le sue idee, restituisce un’interpretazione personale di fatti storici e vecchie culture e crea nuovi mondi in cui il videogamer non solo viene completamente coinvolto grazie all’interattività del gioco ma diventa lui stesso protagonista e, in parte, co-costruttore della storia. Il tutto è reso più coinvolgente dal graphic design ovvero “l’arte della traduzione di un significato in una forma comprensibile per un pubblico” (https://gameplay.cafe/rubriche/artcafe/il-graphic-design-nei-videogiochi/) dove nulla è dato al caso. Come un pittore predilige un colore rispetto ad un altro per far trapelare un messaggio specifico e dare armonia all’intera opera, con lo stesso obiettivo il game designer aiutato dai graphic designer studiano e scelgono con attenzione lo stile del design, i colori, il font utilizzando nuove tecnologie in grado di creare scenari sempre più spettacolari e mozzafiato (https://www.youtube.com/watch?v=Wz1FqJn_wn0). 

Sempre di più arte e videogiochi si intrecciano: dalla collaborazione con musei per la creazione di videogiochi didattici alla creazione di videogiochi con grafiche ispirate ad famose opere d’arte (https://www.mam-e.it/lifestyle/tecnologia/arte-e-games-i-5-videogiochi-artistici/). Alcuni prodotti nati da questa “contaminazione” di arte analogica e digitale passeranno alla storia, come tanti videogiochi loro predecessori (chi non conosce Pac-Man o il famoso Super Mario?), lasciando piccole fotografie dell’oggi, diventando così l’arte di domani e portando ad un nuovo cambiamento culturale che ci porterà a non stupirci più se una giovane ragazza con il talento del disegno invece di quadro in acrilico ci presenterà un’immagine digitale… ma per quello si sa, ci vorrà più tempo! 

 

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