L’occhio giusto per il digitale è dei nonni

In questo difficile momento la tecnologia si sta prendendo più di qualche rivincita. Anche se non mancano le innumerevoli fake news, nei notiziari la maggior parte dei tranelli della rete sembra essere passati in secondo piano per dare invece spazio alle potenzialità, alle comodità e all’importanza del saper utilizzare i mezzi tecnologici e navigare online.

L’emergenza ha sicuramente reso il digital divide un tema “hot” per così dire. Non che non se ne sia parlato, ma sembra che solo ora ci si stia rendendo conto dell’utilità di avere a portata di mano dispositivi tecnologici che, non solo ci permettano di “restare vicini senza toccarsi”, ma ci aiutino anche a tutelare la nostra salute grazie servizi quali spesa a domicilio, pagamento bollettini online, ecc.. Ad oggi poter accedere a tutto questo non è superfluo bensì indispensabile.

Si sta finalmente acquisendo una “consapevolezza collettiva” del fatto che il non saper servirsi di ausili tecnologici sia a tutti gli effetti un limite reale che va ad influire sul benessere delle condizioni di vita. Stiamo soprattutto comprendendo l’importanza di una alfabetizzazione ed educazione digitale rivolta anche agli anziani i quali, per la maggior parte, a causa della mancata possibilità di accedere a servizi digitali stanno affrontando questa situazione con la sola compagnia della paura e della solitudine. Molte sono le realtà che procedono in questa direzione proponendo corsi di diverso genere ma con l’obbiettivo comune di “includere” nel mondo digitale anche questa ampia fetta della popolazione.

Una volta accompagnati in questa “realtà alternativa” gli anziani ne restano meravigliati e mantengono uno sguardo positivo che troppo spesso dimentichiamo. Certo lo sforzo che chiediamo ai nostri nonni per “buttarsi” in questo nuovo mondo è enorme ma i benefici sono tanti, troppi per rinunciarci e quando ne diventano consapevoli sono loro i primi a non fermarsi. Vedere il nipote, salutare l’amica, ascoltare una vecchia canzone, scattare una foto per mostrarla alla figlia dall’altra parte dell’oceano: tutto questo permette loro di sentirsi parte dello stesso mondo in cui vivono i propri cari ed è forse questa la motivazione che li spinge a conoscere questa realtà. Anche i fatti ce lo dimostrano: spazi aged-oriented seppur creati e studiati ad hoc per questo target di popolazione vengono ignorati dai nostri nonni poiché si basano su pregiudizi errati sulla vecchiaia che vedono l’anziano inattivo e marginale alla società. A dispetto di tutto gli anziani preferiscono di gran lunga far parte dei social network “per tutti” dove possono restare in contatto, dire la loro e condividere la propria vita con i conoscenti che desiderano.. senza limiti di età!

Vedere con i loro occhi la tecnologia è riscoprirne il suo utilizzo con la saggezza di una vita sulle spalle: un semplice meravigliarsi continuo delle sue risorse senza dimenticare l’importanza della vita off-line. 

E noi, ne saremo mai capaci? E soprattutto… noi che “nonni digitali” saremo?

Vi lascio il link di un articolo e di un video dove il messaggio è chiaro: “they wanna be a part of the conversation” : https://www.youtube.com/watch?v=f5Zt_D4UVg8

http://www.vivaglianziani.it/2020/01/16/anziani-e-social-network-cinque-cose-da-sapere/

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