Meme: sempre sul pezzo!

Molti giovani li conoscono, tantissimi vi ci sono imbattuti, alcuni ne hanno creati ma tutti, proprio tutti, non possono fare a meno di sorridere quando ne vedono uno… stiamo parlando di MEME!

Giornalmente, chiunque abbia un social, si ritrova nella propria home o bacheca meme virali di ogni tipo. Per chiarire il concetto a chiunque ci stia leggendo, con meme si intende “un’idea, stile o azione che si propaga attraverso Internet, spesso per imitazione, diventando improvvisamente famosa. In genere un meme ha la forma di un’immagine, una GIF o un video, e riesce a diffondersi principalmente attraverso social network, blog e posta elettronica.” (Meme di internet – Wikipedia). 

Negli ultimi anni i meme di internet sono diventati oggetto di studio specialmente per l’ambito comunicativo dove sono state raccolti dati per di definirne la storia, l’evoluzione e il grado di viralità (https://lifeonmathmeme.wordpress.com/cosa-sono-i-meme/). Nati nei forum hanno raggiunto l’apoteosi solo nei social: dai rage Comics (come ad esempio la Trollface) siamo passati agli advice animal memes ed ai dank meme ed ognuno con le proprie “regole di struttura” (https://www.drcommodore.it/2018/11/06/dr-commodore-vi-racconta-la-storia-dei-meme/ e https://www.sophron.it/2018/04/25/memenologia-o-fenomenologia-dei-meme-parte-2-categorie-di-meme/).

 

 

Il termine MEME tuttavia non è stato coniato dal mondo digitale. Il primo a parlarne è Richard Dawkins, un etologo e biologo inglese, che nel 1976 pubblica il libro “Il gene egoista” dove cerca di inquadrare i cambiamenti culturali che affronta la nostra società definendo il concetto di MEME come un’«unità di trasmissione culturale» (parole, riti, strategie, espressioni artistiche,…) che passa di cervello in cervello e che con la comunicazione da un essere umano all’altro, si modifica in modo casuale e impercettibile, evolvendo in nuove forme o spegnendosi (https://www.linkiesta.it/2015/04/teoria-e-tecnica-dei-meme-in-rete/). Nonostante Dawkins abbia dichiarato più volte che l’utilizzo del termine “meme” per le immagini virali che girano nei social non rispecchi in alcun modo il suo significato primo, mi sono trovata tuttavia a riflettere sul contrario.

Il meme potrebbe essere considerato a tutti gli effetti un’”unità di trasmissione culturale” poiché, seppur con modalità sarcastiche, è fotografia attuale della società, della cultura, degli usi e della cronaca. E’ indiscutibile infatti che, per comprenderne l’umorismo immediato, sia necessario che il creatore e l’osservatore condividano la medesima base culturale. Come per i meme originali, anche i meme di internet nei diversi passaggi da soggetto a soggetto o da “bacheca a bacheca” incorrono in modificazioni: impercettibili (come nel caso dell’interpretazione personale di ognuno di noi) oppure sostanziali (come nei casi in cui viene modificata la punchline ovvero la battuta cardine dell’immagine) evolvendosi. 

 

 

Nondimeno è da tenere in considerazione il risvolto culturale e l’influenza che i meme hanno sia nel mondo digitale che in quello reale. Con il termine memelogia si indica appunto “campo di studio degli specifici meme di internet e della loro influenza sui rapporti tra gli uomini sia nel mondo cybernetico che in quello reale” (https://www.thewisemagazine.it/2018/01/27/into-the-web-introduzione-alla-scienza-dei-meme/) che è ogni giorno più evidente sottolineando come nella società informazionale nella quale viviamo (Floridi, 2017) sia svanita, o forse non c’è mai stata, la suddivisione netta tra reale e virtuale ma viviamo oggi in una società in cui il virtuale è reale e viceversa.

Un esempio concreto di ciò lo trovate in questo video “ https://www.instagram.com/tv/CGcyHmdMf6q/?igshid=1n8tcexr0o9kv “ dove viene sottolineato il ruolo politico che possono assumere i meme, che diventano protagonisti di manifestazioni e proteste pacifiche trasmettendo pensieri e posizione politiche in modo chiaro, universale, veloce ed intuitivo solo come i meme riescono a fare. Sì, i meme sono cultura e fanno cultura perché sono un riflesso più immediato e veloce dei pensieri sociali e politici e riescono, grazie alla loro viralità e velocissima possibilità di essere modificati, a racchiudere la rapidità dell’evolversi dei pensieri e delle idee attuali. E così diviene ancora più chiaro che è arrivato il momento di decidere di diventare parte consapevole del mondo digitale poiché ciò che succede online ci può aiutare a comprendere e a muoverci nel mondo offline.

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