Un anno di esperienza di fairphone: pubblicità per chi vuole fare fatica.

Nel 2014 sento parlare per la prima volta del fairphone. 

Uno smartphone etico (con materie prime certificate o riciclate), modulare (se qualcosa si rompe si può sostituire), non realizzato da un colosso globale (ma da una NGO olandese) e che pure ti paga le materie prime se gli mandi il vecchio smartphone (pratica ora diffusa ma al tempo decisamente all’avanguardia).

Nel 2015 esce il “fairphone 2” ma il problema era il prezzo, allora proibitivo: più di 500 euro. Il 2 resta invariato per anni, così come il suo prezzo che non scende.

Nel 2019 esce il fairphone 3. Nel frattempo lo smartphone era diventato per me un mezzo di lavoro estremamente utile, e la mia attività formativo nelle scuole mi poneva sempre di più di fronte al dilemma etico degli acquisti digitali. 

L’affascinante e inaspettata proposta commerciale del fairphone 3 mi conquistò: oltre al notevole upgrade tecnico, il prezzo di lancio era inferiore al precedente! L’unico device il cui nuovo modello ha un costo inferiore; nonostante la rinnovata qualità.

Il mio quarto iphone (presi sempre di seconda mano, e quindi mai davvero efficienti) mi stava lasciando e quindi decido di inserirmi nell’affascinante mondo di Fairphone. 450 euro. 

È subito tenerezza. Lo schermo è enorme, il design un po’ sovietico anni 80, per niente sottile e ben pesante: una mattonella etica di tecnologia. Comincio a usarlo molto, in maniera variegata, provando a sfruttarlo il più possibile. Non tutto funziona perfettamente: a volte lo scrolling non è fluido, il riconoscimento di impronte non sempre è recettivo, la fotocamera ha qualche lag tra scatto e salvataggio immagine… dettagli, però, rispetto all’efficienza media che il telefono mi garantisce.

Tutto fila abbastanza liscio, fino a che, dopo circa 6 mesi, il telefono comincia a riavviarsi sporadicamente. Accade sempre più spesso e la cosa diventa fastidiosa. Che fare? All’inizio provo a improvvisare qualche soluzione, a liberare memoria, rimuovere le app inutili. Ma niente. Cerco aggiornamenti di sistema, ma pure con quelli non ci sono miglioramenti significativi. Allora mi rivolgo alla community. 

Non sono mai stato un grande appassionato di forum e blog, però con fairphone diventa necessario: non essendoci punti vendita (in italia) né uffici tecnici, il consiglio è di legarsi alla rete mondiale di fairphone users. Trovo un topic sul tema random reboot (riavvio casuale) che pare molto diffuso tra gli users. Mi metto a leggere e trovo che molte persone hanno riscontrato lo stesso problema per colpa della sim. 

Penso che in effetti una delle due sim che ho inserito ha almeno 10 anni. Non scherzo. Non ho mai sostituito la mia sim dalla fine delle superiori, tanto che l’ho tagliata da solo da dimensione normale a micro-sim. La scheda è incastrata e fatica a uscire. Devo smontare il telefono (con relativa facilità, dato che è modulare), ma alla fine ci riesco. Tolta la sim il telefono funziona perfettamente. Nessun reboot. Una settimana e il telefono non dà problemi. Nel frattempo sostituisco la sim, e ne inserisco una nuova. Con il nuovo ingresso il telefono riprende a dare qualche problemino di riavvio casuale. E quindi mi rivolgo al centro assistenza. Ricevo dopo qualche giorno una cortese risposta e tratto il problema col customer service. L’uso simultaneo della doppia sim in effetti crea qualche problema. Cambio alcune impostazioni, faccio un aggiornamento e il telefono riprende a funzionare.

Oggi tutto va bene, non mi lamento e sono ancora felice della mia scelta. È chiaro che vivo tuttavia nel timore di qualche nuovo problema, sapendo che sono pochi gli esperti, i tecnici e i negozi che potrebbero aiutarmi e che dedicano tempo a questo prodotto “di nicchia”.

Avere uno fairphone, in qualche modo, richiede una fatica che in altri smartphone non è necessaria. Fatica di mettersi in relazione con una community, di domandare ai produttori, di controllare funzioni e aggiornamenti. Di smanettare.

Solo attraverso questa fatica se ne riconoscere il valore. Il valore del fairphone (e di qualunque smartphone che usiamo per divertimento, gestione finanziari, cura delle relazioni, nostri ricordi e lavoro) richiede un impegno. Un impegno che non siamo abituati a dedicare. 

Il fatto che la tecnologia ci semplifica e ci deve semplificare la vita, ci spinge spesso a pensare che anche i mezzi tecnologici (che semplici non sono) debbano richiederci il minimo sforzo. Su questa illusione molti prodotti sono venduti a prezzi folli e con ampio mercato, seducendoci con la totale automatizzazione delle nostre esigenze. 

Fairphone non è affidabile al 100%, non è tecnologico al 100%, non è perfetto al 100%. Sicuramente non da consigliare a tutti. Costoso e impegnativo, richiede lentezza, attenzione e pazienza. Ha un qualcosa di umano in questa sua imperfezione. 

Anomalie accettabili? Anche qui, come per gli umani, a ciascuno la propria scelta.

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